Nel mondo continuamente sono innalzati muri a separare terre, stati, persino borgate della stessa città, per i motivi più disparati: politici, economici, razziali, religiosi, riconducibili comunque sempre, alla determinazione di respingere, separare popoli, gruppi etnici, culture, credi religiosi e stili di vita.
La storia stessa del genere umano potrebbe essere riscritta tramite l’elencazione dei muri e delle barriere che hanno originato o alimentato tensioni e guerre. Muri non solo fisici ma spesso anche invisibili e perciò ancor più difficili da abbattere come quelli dell’ignoranza, della discriminazione, dell’indifferenza e dell’incomunicabilità, muri innalzati dalla paura del diverso o che rinchiudono in mondi virtuali lontani dalla realtà.
Eppure l’evoluzione umana è avvenuta proprio nel momento in cui i popoli si sono incontrati, quando, piuttosto che muri di separazione, sono stati costruiti “ponti” per unire e condividere idee, culture, esperienze di vita.
Per di più la storia insegna che ogni muro è destinato a essere abbattuto dalla forza del desiderio umano che tende verso la libertà e ricerca migliori condizioni di vita, e che dopo ogni distruzione l’uomo, a qualsiasi civiltà appartenga, ritorna comunque a costruire ponti e strade. Demolire i muri innalzati dalla paura e dall’ignoranza per provare insieme a edificare ponti di amicizia è anche l’azione verso cui converge la mostra che si propone per gli spazi della Pinacoteca di Oristano.
Così Chiara Schirru e Paolo Sirena introducono la mostra in esposizione nella Pinacoteca Carlo Contini di Oristano. Per questa mostra abbiamo realizzato tutte le immagini grafiche e di comunicazione.